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mercoledì 01 marzo 2017 - 11:27
di Massimo Barbero

Da “Baroniano” convinto… sono (felicemente) deluso da quello che ci ha fatto vedere ieri sera il Benevento a Novara. La squadra che solo che quattro giorni prima aveva dato vita ad un esaltante girandola di emozioni al cospetto del Bari di Colantuono (7 gol segnati in 2 gare giocate contro i “galletti”) stavolta è rimasta imbrigliata dagli azzurri che non hanno concesso praticamente nulla ai quotati avversari.
E pensare che la serata era cominciata nel peggiore dei modi. Avvicinandomi alla Tribuna, tra una perquisizione ed un controllo, pregustavo con il mio amico Luigi le prodezze che ci avrebbe regalato ancora Galabinov sottolineando “Sabato ha giocato una delle sue migliori partite di sempre…”.
Di lì a poco la doccia gelata della comunicazione di Carlo Magretti a distinta già consegnata: “si è fatto male…”.
L’atmosfera di ritrovato ottimismo che si respirava, almeno dalla fine della gara con lo Spezia, è svanita di colpo, assorbita da quel brusio di delusione che ha accompagnato l’annuncio al pubblico da parte del grande Fabrizio Poli. Dall’alto ho avuto la sensazione che anche in campo i giocatori abbiano avvertito il colpo. Sembravano timidi, poco convinti ed intraprendenti, un po’ come ad inizio partita con il Carpi. E pensare che tra i più positivi dei primi minuti di gioco vi era proprio lui, Lukanovic l’innesto dell’ultima ora, abilissimo a muoversi, a cercare e creare spazi poco sfruttati dalla staticità dei compagni, regolarmente vittima delle steccate di avversari, convinti di spaventare così il più giovane tra i 22 in campo.
Vista la nostra difficoltà a tener palla là davanti, il Benevento ha preso il comando delle operazioni costringendoci quasi costantemente a ridosso della nostra area di rigore. Non so se quella del Novara fosse davvero una strategia “studiata” o meno… sta di fatto che in questo contesto tattico i giallorossi hanno mostrato tutti i limiti di una squadra spesso devastante proprio quando lascia l’iniziativa all’avversario. E stavolta priva del suo uomo migliore, quel Ciciretti che è uno dei giocatori più talentuosi visti all’opera (solo in tv) in questo campionato di B.

Quel che mancava alla truppa di Boscaglia nel primo tempo era lo spunto, l’iniziativa individuale, la giocata in grado di spaventare gli ospiti e magari di gravarli di qualche cartellino giallo che alla lunga può avere il suo peso. La prima scossa è arrivata attorno al 40’ quando Macheda ha tentato finalmente una sortita personale con tiro di poco a lato. Una sveglia per sé ed i compagni. D’accordo le consegne e le esigenze tattiche, ma rispettando troppo l’avversario vi era il rischio di infondergli una sicurezza persin superiore alle sue attuali possibilità (ed ad un rendimento esterno non certo da zone altissime della classifica).
Nel finale di tempo la sorte che ci aveva privato di Galabinov giusto un’oretta prima… ha pareggiato i conti costringendo Ceravolo ad abbandonare nell’intervallo (dopo qualche minuto di stoica sofferenza). Un bel problema per Baroni privo anche di Puscas che senza l’ex della Ternana aveva fatto molta fatica pure nel primo tempo di Vercelli (Ceravolo era entrato subito dopo l’intervallo).
Il Novara ha preso ulteriore coraggio e Troest ha restituito a Boscaglia il gol che gli aveva segnato da avversario in Novara-Brescia dell’anno passato.
Finalmente “Mag” si è visto convalidare una rete decisiva dopo le ingiustizie di Crotone e Chiavari del 2015-16!

Sbloccato il risultato gli azzurri l’hanno legittimato con 10-15 minuti in cui l’hanno fatta da padrone con ripartenze che ci hanno portato davvero ad un soffio dal raddoppio. Una supremazia che è proseguita fin quando Dickmann, devastante nelle due fasi in quel frangente, è dovuto uscire per infortunio. Poi il Benevento ha ripreso il comando delle operazioni. Mentre soffrivo in Tribuna mi aggrappavo al rimprovero che molti tifosi azzurri rivolgevano a Baroni durante il campionato passato: quello di non riuscire mai (numeri alla mano) a ribaltare le partite. Tutto vero, ma nel campionato 2015-16 abbiamo perso per 1-0 una valanga di gare in cui siamo tornati a casa con il mal di pancia per una serie incredibile di occasioni sprecate sottoporta. Ieri, invece, ricordo solo un tiro di Pajac sventato da Da Costa sul primo palo ed una mancata uscita del nostro portiere su Del Pinto che ci ha fatto venire qualche brivido… Per il resto il nulla, tanto che anche i calci d’angolo battuti dai campani… risultano quasi tutti concentrati nel primo tempo. L’ingresso di un Adorjan determinatissimo ha riequilibrato le cose in campo facendoci tremare il minimo sindacale fino alle fine dei 6 minuti di recupero concessi (tutto compreso) da Di Paolo. Nel complesso credo che la nostra vittoria risulti più netta di quella conseguita dal Benevento all’andata quando Sansone (in apertura) e Casarini (nella ripresa) avevano sprecato ghiotte opportunità a tu per tu con Cragno.

Credo che nella vita cambiare idea, al verificarsi di eventi da noi imprevisti, sia sinonimo di intelligenza… Non dimentico le perplessità (da salotto) che io stesso avevo avanzato su Boscaglia dopo la gara d’andata persa al “Santa Colomba” che ci aveva provvisoriamente relegato all’ultimo posto in compagnia del Latina. Ebbene il tecnico di Gela in questi mesi mi (ci) ha smentito con i fatti. Nelle successive 21 partite ha raccolto 35 punti, con una media da alta classifica. La sua adesso è una squadra vera, con identità e carattere, emblema di una rosa di giocatori che sembrano davvero diventati un gruppo.  Ieri Boscaglia ha vinto il confronto diretto con Baroni incapace di trovare contromisure per capovolgere l’andamento di una partita che il nostro allenatore aveva preparato nel migliore dei modi. L’impiego di Mantovani in luogo di Scognamiglio, per fare un esempio, ci ha restituito solidità e sicurezza nel centrosinistra della difesa dove avevamo patito maggiormente nelle ultime partite giocate, da Salerno in poi.

Eppoi, permettetemi, se il Viola di Benevento è quello visto ieri (molto vicino al giocatore discontinuo avuto in rosa fino a gennaio) io mi tengo stretto un indomito e rabbioso “cacciapalloni” quale Cinelli. La gente che non sputa sentenze per partito preso… s’è accorta di quanto valga, anche dal punto di vista temperamentale, il nuovo Novara… e ieri ha incitato gli azzurri, anche nei momenti più delicati. E’ bello fare una capatina… su facebook a gustarsi le immancabili polemiche tra juventini e napoletani per una partita che noi non abbiamo visto perché nel frattempo avevamo qualcosa di MOLTO più importante da fare…
Tra i momenti belli della serata ci metto anche l’applauso (meritato) a Baroni e l’ovazione a Buzzegoli a testimonianza di una piazza che sa riconoscere e ricordare a dovere chi lascia un segno, anche e soprattutto dal punto di vista umano.

Ed ora il dilemma di questo mercoledì mattina è come faremo a sopperire all’assenza di Macheda (certa) e Galabinov (probabile). L’ultima volta che ci sono mancati i due contemporaneamente (a Perugia) abbiamo fatto grande fatica a tenere palla, portando a casa uno 0-0 tanto prezioso quanto forse irripetibile nella sua episodicità. Per questo non rinuncerei all’apporto di Lukanovic per mantenere comunque un punto di riferimento offensivo avanzando Sansone e riproponendo Orlandi a far da raccordo tra i reparti (con il ritrovato Adorjan prima alternativa). In fondo l’anno passato di questi tempi la squalifica di Galabinov ci ha fatto scoprire la soluzione del “falso nueve” che ha fruttato i successi di Cagliari e Pescara. Peccato anche per lo stop di Dickmann che però nelle stagioni passate ci ha abituato a recuperi lampo… Comunque sia… dopo aver raggiunto quota 40 già a fine febbraio si ragiona meglio… ed il cielo è molto più azzurro di quanto non apparisse solo un mese fa… a fine mercato di gennaio…

Forza Novara sempre!!!


Massimo Barbero

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