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Figurine azzurre: Giuseppe Vitalone
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lunedė 20 febbraio 2017 - 14:41
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente

Visto che i giocatori dell’era Del Neri riscuotono particolare successo tra i giovani colleghi del foro novarese… proseguiamo la serie con Giuseppe “Beppe” Vitalone uno dei pochi attaccanti ad essere confermato per ben tre stagioni di fila in anni in cui si cambiava di frequente. E non sempre per il meglio…

Classe 1968, Vitalone passa al Novara (assieme al ben più noto Matteo Paladin) nell’estate 1992, quella del ritorno di Santino Tarantola al timone del club che ha sempre amato. Nella stagione precedente ha giocato nella Sparta senza raggiungere la doppia cifra nemmeno in Interregionale, ma raccogliendo consensi quasi unanimi nei racconti dei cronisti cittadini fedeli alle gloriose maglie bianche. Cresciuto nel Senago, dopo un’apparizione nel Lecco, si è messo in luce nelle file del Corbetta di Ezio Greggio, squadra che all’epoca godeva di una notevole visibilità mediatica grazie alla popolarità del proprio Presidente. I numeri dicono che Vitalone è la classica punta che segna poco (prima di arrivare a Novara ha superato quota 10 centri solo nel campionato di Promozione) anche perché fisicamente è l’esatto contrario di un ariete. E’ un attaccante però che fa tanto movimento, la sua velocità crea spazi preziosi in area di rigore avversaria. Per caratteristiche sembra l’ideale per agire accanto a Folli, ma nelle gerarchie estive non dovrebbe essere certo lui il titolare. I tifosi dell’epoca ricorderanno i capelli neri e la carnagione scura di un ragazzo lombardo solo per l’anagrafe.

Del Neri sfoglia invano la margherita per tutta l’estate… Fiorio, Turrini, Girelli… la punta che aveva chiesto alla fine non arriva. E così al debutto in campionato a Varese la maglia numero 7 tocca proprio all’ex giocatore della Sparta. Alla terza giornata il 27 settembre contro il Pergocrema “Vita” parte invece della panchina per lasciare spazio al promettente Guatteo. Dopo un tempo anonimo da parte del giovane novarese arriva di nuovo il suo momento. Ed a poco più di un quarto d’ora dalla fine Vitalone segna il gol vittoria, rallegrando non poco la domenica di uno stadio infastidito dalla prima pioggia autunnale. Ecco il racconto su “La Stampa” dell’indomani: “E' il 70' quando Schillaci ruba palla sulla sinistra e s'impegna in una lunga galoppata. Dal fondo mette in mezzo, Obbedio fa velo e all'altezza del primo palo interviene Vitalone, al volo, di esterno destro a mettere in gol”. A fine gara arrivano anche i complimenti di capitan Folli: “E' come se avessi segnato io. Sono contento perchè Vitalone è altruista e generoso”.

Vitalone dunque il suo dovere l’ha fatto, firmando il primo gol casalingo di quel campionato. Ma la punta tanto attesa ovviamente arriva comunque: è Balesini che debutta titolare sin dalla domenica successiva a Pavia. Per il “pupillo” di Ezio Greggio comincia un periodo di impieghi “part-time”; entra puntualmente nel finale, se il risultato non è favorevole per aggiungere un po’ di pericolosità là davanti, altrimenti semplicemente per far rifiatare un compagno di reparto.

La squalifica per due giornate di Folli dopo il cartellino rosso rimediato con il Suzzara restituisce a Vitalone la maglia numero nove. Ad Olbia non gli fischiano un rigore sacrosanto perché nel frattempo la panchina dei sardi ha buttato furbescamente in campo il secondo pallone. In casa contro il Lecco è l’uomo simbolo di un Novara che si danna l’anima, domina la partita, ma finisce addirittura col perderla per un regalo arbitrale ai blucelesti da parte dell’incerto fischietto Corda di Cagliari. L’ex spartano conquista la “Nord” con la sua generosità e con il suo sbracciarsi ad arringare il pubblico quando c’è da battere un calcio d’angolo sotto la nostra curva. Il suo atteggiamento piace anche al mister che conclude l’anno solare impiegando regolarmente tre punte: accanto al rientrante Folli ruotano appunto Balesini e Vitalone. Soltanto con gli arbitri non ha un bel rapporto: i direttori di gara regolarmente ignorano i contatti ai suoi danni in area di rigore avversaria. Comunque vada, gli fanno sempre cenno di alzarsi, talvolta (o spesso) a sproposito.

Dopo Natale Del Neri ritorna ad un modulo più prudente e Vitalone riparte dalla panchina. Nel periodo più buio della squadra però entra in concorrenza con un Balesini non troppo brillante che spesso finisce con il lasciargli il posto. Come il 7 marzo in Viale Kennedy quando il Novara torna finalmente alla vittoria superando nel finale il Pavia con un secco 3-0. “Vita” firma la rete del raddoppio  che vale la tranquillità: insacca di piatto destro sugli sviluppi di un angolo battuto da Caponi con successiva torre di Armanetti. Ad aprile il Novara paga la sua assenza per infortunio perché Del Neri non ha altre alternative per risolvere gare bloccate. Per lo sprint finale il baffo di Aquileia rispolvera così il tridente e la squadra riprende a segnare a raffica. Anche Vitalone firma altre due reti. Dapprima realizza il provvisorio 3-0 a Cento (4-1 il finale) in mezza rovesciata riprendendo un colpo di testa di Armanetti finito sulla traversa. Poi, la domenica successiva, spinge in porta il pallone del 2-0 contro la Solbiatese approfittando di una corta respinta dell’ex De Giorgi, facendoci vivere l’istante della grande illusione prima della crudele rimonta (da 2-0 a 2-4) dei nerazzurri.

Il sogno C1 svanisce nella maniera più amara ed il Novara riparte con una rosa meno competitiva e tanti problemi. Senza Balesini ci sarebbe una maglia da titolare fisso per Vitalone che però s’infortuna ad Aosta nell’ultima sfida di Coppa. Così il miglior Guatteo di sempre si riconquista una maglia da titolare e la fiducia del mister. Per Vitalone c’è comunque tanto spazio nel girone d’andata perché le bizze ed i problemi fisici di Folli (ad un certo punto persino fuori rosa) gli regalano la maglia da titolare numero 9. E’ un Novara che, addirittura più del precedente, spreca tanto davanti e pareggia troppo spesso. Gli attaccanti non segnano mai e la doppietta del neo acquisto Spelta all’esordio rimane confinata solo come l’ennesima illusione.

Per Vitalone comincia un lungo calvario: per un’operazione al menisco rimane fuori dal 12 dicembre (0-0 con il Trento) al 17 aprile quando rientra nella ripresa per dar manforte ad un attacco che con i soli Cotti e Guatteo non riesce a superare la Vogherese. Sotto gli occhi del patron Armani (al debutto in tribuna) ci viene fischiato il rigore da tre punti (trasformato da Armanetti contro l’ex Bettini) che inaugura un’altra “remuntada”. Vitalone adesso è uno degli elementi più freschi e brillanti di una squadra che fa sognare persino l’impossibile. Il 15 maggio segna il suo primo gol stagionale (in contropiede dopo una lunga discesa) quando battiamo finalmente il Lecco di Giaretta e Borghetti. Pochi minuti prima era stato espulso Perin per un fallaccio ai suoi danni. Sette giorni dopo ci regala addirittura una doppietta al “Briamasco”di Trento in una gara che ci proietta al big match con l’Ospitaletto in condizione di sperare di riacciuffare la truppa di “Ciapina” Ferrario ormai con il fiato corto. Dapprima sfrutta un angolo di Costa dopo l’uscita a vuoto del portiere di casa Rotoli. Poi firma il provvisorio 2-0 (il finale sarà 2-1) finalizzando una micidiale ripartenza costruita da Obbedio e Spelta. Le decisioni dell’arbitro Vendramin spengono anche le ultime illusioni stagionali, ma “Vita” eguaglia il suo bottino di reti della stagione precedente (4 in tutto) andando a segno di rapina (corta respinta del portiere Pintauro su tiro di Obbedio) anche in un inutile Novara-Torres giocato a Sesto San Giovanni dopo la squalifica del campo per l’invasione di Paolino.

Nel Novara di Colomba poi Vitalone è un comprimario poco considerato dal mister che può contare sui vari Borgobello, Guatteo, Molino e Frattin. Tuttavia ad agosto pare uno dei più brillanti di una squadra parecchio imballata. Ad esempio nell’amichevole con il Monza quando il suo ingresso vivacizza un copione assai noioso. O a Vercelli in coppa allorchè segna (di testa) il gol del pareggio nei supplementari che ci spiana la strada verso la qualificazione. Così il mister ricorre a lui a Saronno quando bisogna tentare di raddrizzare il 3-2 a favore della formazione di Preziosi e  Bacchin. Subentra in corsa una decina di volte e non sfrutta a dovere la chance della prima maglia da titolare che capita solo il 18 dicembre contro la Centese. Vitalone ha la palla in apertura per schiodare uno 0-0 che resisterà invece fino al novantesimo (con gli ospiti in nove), ma la spreca malamente. Il gol nell’amichevole contro l’Inter che sta per diventare di proprietà di Moratti è solo una piccola consolazione. La seconda occasione dal primo minuto matura ad aprile inoltrato con il Valdagno quando c’è da sostituire l’infortunato Borgobello e Colomba punta su “Beppe” che ha fatto bene la settimana prima contro la Solbiatese. E’ la sua ultima maglia azzurra che si chiude con la gioia del gol partita di Frattin praticamente allo scadere.

In estate Vitalone passa alla Pro Patria che ritorna tra i professionisti dopo sette anni esclusivamente grazie alla fusione con la Gallaratese. A Busto lascia il segno per il rigore conquistato quasi allo scadere a Legnano in un derby infuocatissimo che termina solo dopo diversi minuti di recupero concessi a seguito delle intemperanze del pubblico di casa. In tutto sono 21 presenze e nemmeno una rete con i “tigrotti”, ma i tifosi di casa ci cantano a Busto Arsizio il 19 maggio “Vitalone ce l’abbiamo noi…” Pronta la risposta del popolo azzurro “In C1 ci andiamo noi…”.

In fondo, per la generosità sempre sfoggiata sul campo Vitalone nel triennio precedente, si era ampiamente meritato l’invito a presenziare… a quella festa consumata allo “Speroni” per una promozione azzurra attesa da ben 15 anni…

La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone

Massimo Barbero

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